Quando si rimane senza parole, non conta che moto guidi, ma l’emozione che regali.
E Ben Spies ad Assen nel 2009, ne ha regalate a noi tifosi comuni mortali.
“L’anteriore non mi dava sicurezza, così a metà gara ho dovuto ridurre il ritmo”, ha spiegato l’americano a fine gara.
La prima preda è Haslam. Un corpo a corpo di quelli che fanno subito scattare in piedi. In due curve Spies entra duro sul britannico. restano appaiati nel danzare tra di esse e lo passa, con le carene di Honda e Yamaha che per un pelo non si scontrano. Ma neanche il tempo di smaltire l’adrenalina per lo spettacolare sorpasso, che il californiano punta il mirino dritto su Haga. In 2 giri annulla il secondo circa di distacco che lo separa dal giapponese della Ducati Xerox per passarlo di slancio nelle curve finali prima della bandiera a scacchi.
Una sequenza destinata a finire dritta dritta negli almanacchi del Motociclismo.


