Archivio per la categoria ‘Globetrotter 90°’

Ducati Globetrotter 90° si è concluso lì dove era partito, a Borgo Panigale, dopo 30.000 chilometri intorno al mondo. Il 15 dicembre la sede della Casa motociclistica italiana ha accolto Timo Schäfer, l’ultimo dei sette motociclisti che dallo scorso 4 luglio si sono avvicendati alla guida della Ducati Multistrada 1200 Enduro in giro per il globo.

Ad aspettare l’arrivo di Timo Schäfer c’erano Claudio Domenicali, Amministratore Delegato della Ducati, e molti dipendenti dell’Azienda bolognese. Domenicali entusiasta si è complimentato con Timo e tutti gli altri sei avventurosi globetrotter per aver affrontato con grinta e passione l’incredibile giro del mondo, che da adesso in poi resterà uno dei più bei ricordi della storia Ducati.

Nei cinque mesi di questo speciale viaggio dedicato ai 90 anni della Ducati, i protagonisti sono stati l’indiano Vir Nakai e poi il francese Laurent Cochet, la belga Jessica Leyne, il brasiliano Eduardo Generali, l’australiano Steve Fraser e l’inglese Hugo Wilson. Tutti loro sono esperti motociclisti, appassionati viaggiatori e soprattutto abili narratori. Giorno dopo giorno sul blog Globetrotter90°.ducati.com hanno infatti tenuto un diario di bordo, per raccontare ai tantissimi fan Ducati cosa stava succedendo durante la loro avventurosa esperienza. Tappa dopo tappa i sette globetrotter si sono passati la speciale fiaccola, simbolico testimone della staffetta creato dal Ducati Design Center e con all’interno una telecamera per filmare e condividere ogni emozione di questa avventura mai tentata prima. Da Bologna alla Scandinavia, poi in Russia e attraverso la leggendaria Transiberiana fino al Giappone, gli Stati Uniti, di nuovo per mezza Europa: finalmente fiaccola e Multistrada 1200 Enduro sono tornati a casa, dopo aver toccato i luoghi simbolo della storia Ducati.

Timo Schäfer ha 30 anni ed è di Karlsruhe, in Germania. Studente di Ingegneria Meccanica, è partito lo scorso 2 dicembre dall’Isola di Man, in Inghilterra. Tappa successiva è stata Maidstone, sempre nel Regno Unito, dove il globetrotter ha incontrato il pilota Paul Smart.

Il giovane motociclista tedesco e la vecchia gloria hanno rievocato quella che Ducati considera la vittoria più importante della sua storia. Il 23 aprile 1972, la prima 200 Miglia di Imola fu infatti vinta da Smart sulla 750 GT di serie; secondo, Bruno Spaggiari sulla stessa moto.

L’incontro tra il globetrotter Timo Schäfer e il 73enne Paul Smart si è concluso in modo davvero speciale. Al momento dei saluti, Smart non ha saputo resistere: è salito sulla sua Ducati Scrambler e ha accompagnato Schäfer fino all’imbocco dell’Eurotunnel, nonostante l’asfalto bagnato e con una temperatura sotto i tre gradi centigradi!

Attraversata la Francia, il Belgio e buona parte della Germania e sempre con temperatura sotto i zero gradi, il globetrotter Timo Schäfer ha poi raggiunto Ingolstadt, in Baviera. Qui si trova l’Audi Museum Mobil, che fino al 30 aprile 2017 ospita la mostra “More Than Red – Passione Ducati” dedicata ai 90 anni della Casa motociclistica bolognese. Timo Schäfer è andato a visitarla. La Multistrada 1200 Enduro e il globetrotter, ancora infangati dopo il lungo viaggio, sono stati festeggiati e tempestati di foto dai visitatori della mostra i quali hanno poi voluto sapere dal motociclista ogni dettaglio della sua avventura.

A seguire, il globetrotter ha attraversato il valico delle Alpi per tornare in Italia e arrivare al Circuito di Monza. Qui, nel 1958 l’allora avveniristica Ducati Siluro di soli 100 cm3 stabilì in una sola giornata – il 30 novembre – ben 44 record mondiali di velocità. Uno degli eroi di quell’impresa fu Santo Ciceri e il globetrotter Timo Schäfer ha vissuto l’indescrivibile emozione di incontrarlo proprio su quella stessa pista.

Poi, la Multistrada 1200 Enduro è arrivata a Firenze per salutare un’altra leggenda vivente della Ducati: Giuliano Maoggi, classe 1926, che nel 1956 vinse il 4° Motogiro d’Italia sulla Gran Sport 100, detta Marianna, progettata da Fabio Taglioni. Valicato il mitico passo della Futa, ecco l’arrivo a Borgo Panigale il 15 dicembre concludendo così l’indimenticabile Globetrotter 90°.

Ducati Globetrotter 90° sta vivendo le sue ultime entusiasmanti fasi.  Partito da Borgo Panigale lo scorso 4 luglio, il viaggio intorno al mondo su Multistrada 1200 Enduro si concluderà il 15 dicembre lì dove è iniziato, alla sede della Casa motociclistica italiana.

Il settimo e ultimo globetrotter è il tedesco Timo Schafer, che ha intrapreso il viaggio il 2 dicembre dall’Isola di Man. Durante la tappa conclusiva di Globetrotter 90°, Schafer percorrerà i restanti duemila chilometri di questa incredibile avventura che in tutto sarà di 30mila chilometri attraverso i luoghi simbolo dei primi novant’anni di storia Ducati.

Timo Schafer ha 30 anni ed è di Karslruhe, in Germania. Studente di Ingegneria Meccanica, la sua prima moto è stata una Cagiva Elephant con motore Ducati. Oggi, Schafer sorridendo dice: “Vuol dire che Ducati era nel mio destino!”. Durante la tappa conclusiva di Globetrotter 90°, Schafer si fermerà nella città di Canterbury per incontrare Paul Smart, protagonista di quella che Ducati considera la vittoria più importante della sua storia. Il 23 aprile 1972, la prima 200 Miglia di Imola fu infatti vinta dal giovane e sconosciuto Smart sulla 750 GT di serie; secondo, Bruno Spaggiari sulla stessa moto.

In Belgio, poi, il settimo globetrotter farà tappa al Circuito di Spa – Francorschamps dove nel 1958 Alberto Gandossi trionfò in sella alla 125 Desmo. Timo Schafer proseguirà quindi per la Germania e in Baviera, a Ingolstadt, si fermerà all’Audi Museum che fino al 30 aprile 2017 ospiterà la mostra “More Than Red – Passione Ducati” che celebra i 90 anni della Casa motociclistica. Infine, il ritorno in Italia, a Monza dove nel lontano 30 novembre 1958 l’avveniristica Ducati Siluro, di soli 100cc, fece 44 record mondiali di velocità. Qui, non c’è dubbio, sarà davvero emozionante l’incontro di Timo Schafer con Santo Ciceri, uno degli eroi di quella mitica giornata di fine anni Cinquanta.

A seguire, Schafer andrà a Firenze per salutare Giuliano Maoggi, classe 1926, leggenda vivente della Ducati: nel 1956 Maoggi vinse il 4° Motogiro d’Italia su Gran Sport 100, detta Marianna, progettata da Fabio Taglioni. Valicato il mitico passo della Futa, la Multistrada 1200 Enduro sarà a Borgo Panigale il 15 dicembre, concludendo la meravigliosa epopea di Globetrotter 90°.

Prima che fiaccola e Multistrada passassero nelle mani del tedesco e ultimo globetrotter, erano state affidate all’inglese Hugo Wilson. Che partito da Lisbona il 17 novembre ha viaggiato giorno e notte con ogni clima e per quasi duemila chilometri tra Portogallo, Spagna e Francia fino all’imbarco a St. Malo.  Dopo la traversata, Wilson è giunto in patria dove la Multistrada 1200 Enduro è rimasta esposta al Motorcyclelive di Birmingham, il più grande show motociclistico del Regno Unito. Subito dopo, il globetrotter è stato a Silverstone, perché qui Mike Hailwood nel 1960 vinse due gare nello stesso giorno e in due classi diverse ma sempre su una Ducati. A Donington, tempio del mondiale Superbike, Hugo Wilson ha poi rievocato i trionfi Ducati in SBK fin dalla prima gara della prima edizione, ovvero il 3 aprile 1988 con Marco Lucchinelli sulla neonata 851 SBK.

All’Isola di Man,  infine, c’è stato l’incontro con il settimo globetrotter Timo Schafer. Il passaggio di testimone si è svolto proprio qui, perché senza dubbio l’Isola di Man è un luogo davvero suggestivo. Nel lontano 2 giugno 1978  durante il massacrante Tourist Trophy, Mike Hailwood, a 38 anni e ormai lontano dalle corse, ottenne un trionfo sulla Ducati 900 SS TT IOM che commosse 300mila spettatori e che l’azienda Ducati celebrò l’anno dopo con la nascita della mitica 900 Mike Hailwood Replica. 

È iniziata la sesta tappa di Globetrotter 90°, il giro intorno al mondo con la Multistrada 1200 Enduro. Concluso il viaggio dal profondo sud degli Stati Uniti a New York del globetrotter australiano Steve Fraser, la “fiaccola” e la moto Ducati sono rientrati in Europa, a Lisbona, e passate nelle mani dell’inglese Hugo Wilson che arriverà fino all’Isola di Man.

Il nuovo globetrotter ha 54 anni, editore di riviste di motociclismo, ha viaggiato in moto in lungo e in largo per l’Europa e intorno al Mediterraneo. Scrittore e fotografo, Wilson si è appassionato alle due ruote all’età di 10 anni. “Quando ho visto per la prima volta la Ducati di mio cugino – racconta il globetrotter – è stato amore a prima vista! E quando ho finalmente comprato la mia prima moto era ovviamente una Rossa….una Ducati è per sempre”.

Hugo Wilson farà varie soste, una più suggestiva dell’altra. Visiterà, per esempio, Silverstone dove il mitico campione Mike Hailwood nel 1960 vinse due gare nello stesso giorno e in due classi diverse, ma sempre su una Ducati. Meta successiva del sesto globetrotter sarà la città di Donington, in UK, dove il 3 aprile 1988 si disputò la prima gara in assoluto del mondiale Superbike, vinta da Marco Lucchinelli sulla neonata 851 SBK. Destinazione ultima della sesta tappa di Globetrotter 90° sarà, infine, l’Isola di Man dove c’è stata la più bella vittoria di Mike Hailwood, quella del Tourist Trophy il 2 giugno 1978 sulla Ducati 900 SS TT IOM.

In attesa di seguire la sesta tappa di Globetrotter 90°, ecco una sintesi della precedente compiuta dall’australiano Steve Fraser.

Fraser ha percorso 4.200 chilometri e ha viaggiato per 17 giorni. Si è diretto prima a Cincinnati; poi ha attraversato le montagne del Kentucky per arrivare a Nashville, nel Tennessee, da dove ha proseguito per Birmingham, in Alabama. Quindi si è diretto in Georgia, poi in Florida e al circuito di Daytona. Per il globetrotter australiano è stata grandissima l’emozione di poter entrare sulla pista che ha visto due leggendarie vittorie Ducati: quella del 1959 con Franco Farnè in sella alla 125 Desmo VI, e quella del 1986 con Marco Lucchinelli sulla Ducati 750 F1 nella “Battle of the twins”.

A seguire, Steve Fraser ha raggiunto l’estremità più meridionale del Paese, le isole di Key West. E di nuovo verso nord, per arrivare alle montagne del Nord Carolina sfidando continui tornanti e dando sfogo alla potenza della Multistrada 1200 Enduro.  Fraser, infine, è stato in Virginia e subito dopo in New Jersey e nella cittadina di Summit. Qui, il 25 gennaio 1924, giunse un segnale radio dall’Europa. Era stato lanciato da Bologna, dal ventunenne Adriano Cavalieri Ducati che realizzò così la prima trasmissione intercontinentale a onde corte con un minuscolo apparecchio da lui costruito e a cui per valicare mezzo pianeta bastavano 100 Watt, quelli di una lampadina. Con questo doveroso omaggio a un momento che ha cambiato la storia, si sono concluse le tappe americane di Globetrotter 90°.

Si è conclusa con successo la quarta tappa del viaggio intorno al mondo in sella alla Multistrada 1200 Enduro. Il brasiliano Eduardo Generali, dopo aver percorso 5.300 km sulle strade che attraversano il West degli Stati Uniti, è arrivato a Indianapolis passando la fiaccola Globetrotter 90° a Steve Fraser. Steve, il quinto motociclista selezionato per questo emozionante viaggio, continuerà il “coast to coast” dall’Indiana fino a New York.

Una tappa entusiasmante, quella affrontata dal globetrotter brasiliano Eduardo Generali che, in 17 giorni ha documentato il viaggio negli USA catturando immagini e sensazioni dalla telecamera montata sulla fiaccola Globetrotter 90° e raccontando la sua esperienza attraverso il diario online, costantemente aggiornato sul sito ufficiale www.globetrotter90.ducati.com.

Eduardo ha definito il suo viaggio “un’emozione unica!”. Il globetrotter brasiliano ha toccato località mitiche e, al tempo stesso, storiche per Ducati. È entrato con la moto nel leggendario circuito di Laguna Seca affrontando il famoso Cavatappi, ovvero la spettacolare “esse” in discesa che ha visto scrivere pagine indimenticabili della storia motociclistica e della Ducati. Un circuito dove Marco Lucchinelli, nel 1986, conquistò la prima vittoria italiana nel campionato AMA, da cui nacque la serie celebrativa 750 F1 Laguna Seca. E ancora, nel 1995 e nel 1998, le gare vinte in Superbike da Troy Corser, poi John Kocinski nel 1996 e nel 1999 Anthony Gobert, Ben Bostrom nel 2001, Troy Bayliss nel 2002 e nel 2003 Pierfrancesco Chili e Rubén Xaus. Anche la MotoGP Ducati è stata protagonista in questo circuito, basti pensare alla vittoria di Casey Stoner che nel 2007 si aggiudicò la gara americana, preludio al trionfo finale di una stagione che vide la Desmosedici GP07 conquistare il titolo mondiale. Ultimo ricordo indelebile di questa pista è la doppietta del 2015 quando Chaz Davies si aggiudicò entrambe le gare Superbike con la Panigale R. 

Da Laguna Seca, Eduardo ha visitato il nuovo museo di Robb Talbott, nella vicina Carmel Valley dove sono esposte molte moto Ducati, di cui alcune davvero speciali come la “60 Sport” del 1950 e la “125 cm3 Gran Sport” del 1951. Lasciata la Carmel Valley ha raggiunto Los Angeles dove ha incontrato il padre Ricardo, che ha voluto unirsi al viaggio del suo “ragazzo” attraversando insieme il deserto del Mojave per poi raggiungere la Death Valley. Panorami mozzafiato e strade bellissime, che hanno permesso di passare il Grand Canyon, la Monument Valley e la Valley of the Gods nello Utah guidando spesso la Multistrada 1200 Enduro in off-road per poi raggiungere le Backcountry Routes, lo spettacolare itinerario del Colorado.

Salite, discese, sabbia, ghiaia e rocce; dopo i passi di Ophir, Cumberland e Cottonwood, circondato da cime innevate, Eduardo ha raggiunto Colorado Springs dove ha guidato sulla strada che porta al Pikes Peak. Qui si svolge la cronoscalata più celebre degli USA, quella “corsa verso le nuvole” che Ducati ha vinto per tre volte consecutive dal 2011 al 2013 e a cui è dedicata l’omonima versione della Multistrada 1200.

Raggiunta Denver, Eduardo ha salutato il padre e ha proseguito da solo lungo le solitarie highways che solcano le grandi pianure. Kansas, Missouri, Illinois, infine l’Indiana e Indianapolis dove si trova il circuito più famoso del mondo e dove l’americano Nicky Hayden, nel 2009, conquistò il suo primo podio MotoGP con Ducati.

Qui, nel tempio dei motori, il passaggio del testimone con il quinto globetrotter: l’australiano Steve Fraser.

Steve è di Kalamunda, Australia Occidentale. Ha 50 anni e si descrive come un “fotografo professionista e avventuriero”. Un “landscaper”, ovvero un fotografo specializzato nel ritrarre paesaggi e spettacolari panorami. “La mia passione per la moto – racconta Steve – e l’amore per la fotografia mi hanno portato in tutto il mondo.  Viaggiare in moto mi ha insegnato a guardare la vita per come è, aiutandomi ad affinare, ma anche sfidare, il mio stesso carattere. Durante questa avventura con Ducati il mio massimo desiderio è riuscire a trasmettere e condividere tutte le sensazioni che sono certo proverò nel corso del viaggio, condividendole con quante più persone possibile, cercando di cogliere l’anima di ogni luogo che attraverserò”.

Da Indianapolis, Steve viaggerà verso Cincinnati e poi Birmingham per vistare due importantissimi collezionisti che possiedono autentiche rarità Ducati. Quindi una lunga cavalcata fino al circuito di Daytona, in Florida per poi arrivare a New York.

Globetrotter 90°segna un nuovo traguardo: la belga Jessica Leyne, unica donna ad affrontare il viaggio intorno al mondo in sella alla Ducati Multistrada 1200 Enduro, ha concluso la terza tappa. Arrivata a San Francisco ha consegnato la fiaccola al prossimo Globetrotter Eduardo Generali. Mancano ancora quattro tappe per raggiungere la meta dei 30.000 km dell’avventura Globetrotter 90°. Questo giro del mondo è un vero e proprio omaggio a Ducati e ai suoi primi 90 anni, che solo 7 piloti tra 3.000 candidati stanno realizzando.  Partito il primo Globetrotter il 4 luglio scorso da Bologna, la fantastica staffetta continua da San Francisco con Eduardo Generali. Il Globetrotter brasiliano percorrerà 3.900 km in 13 giorni fino a Indianapolis, documentati in tempo reale grazie alla fiaccola Globetrotter. Il “testimone” di Globetrotter 90°, creato dal Ducati Design Center, è dotato di telecamera per documentare e condividere tutto il giro del mondo su www.globetrotter90.ducati.com.

Un grande successo per Jessica Leyne, 27enne originaria delle Fiandre Occidentali, insegnante di matematica e web designer che nelle isole nipponiche ha vissuto un’altra delle sue avventure di cui essere fiera. Già in passato durante i viaggi fra Norvegia e Romania, Slovacchia e Italia, non ha mai conosciuto ostacoli: né la visiera congelata o il fango fino alla sella e neppure un polso fratturato. In Giappone si è trovata a dover affrontare anche il tifone Malakas che purtroppo, dopo aver dissestato il Sud della Cina, ha flagellato Taiwan e l’arcipelago nipponico con raffiche di vento fino a 160 km/h provocando anche inondazioni. Ma Jessica, con la sua esile corporatura (è alta appena un metro e 62 centimetri), ha deciso coraggiosamente di continuare il suo viaggio in sella alla Multistrada 1200 Enduro ed è stata appena rallentata dal tifone nella sua attraversata del Sol Levante.

Jessica è partita da Tokio il 17 settembre e ha subito percorso le strade del monte Fuji, il vulcano che domina la metropoli da 35 milioni di abitanti. Poi verso Kiushu nel Sud del Giappone, dove si trova il museo di Hiroaki Iwashita, in cui è esposto l’unico prototipo ancora esistente al mondo della Ducati Apollo: la prima maximoto progettata a Borgo Panigale da 1.257 cm3 e per la prima volta con due cilindri a elle di 90°, da allora uno dei segni distintivi di Ducati. Jessica ha poi proseguito il viaggio fermandosi nel circuito di Motegi che resterà memorabile per Ducati. Nel 2007 il Twin Ring è stato teatro della grande vittoria in MotoGP per Ducati. Infatti, il pilota australiano Casey Stoner dopo ben 10 gare vinte in campionato con un semplice sesto posto ha ottenuto qui il titolo Mondiale. Ma non solo, a vincere quella corsa fu l’altra Desmosedici, guidata da Loris Capirossi, un ricordo indelebile per tutti gli appassionati. Dopo Motegi, Jessica è stata in un altro circuito pieno di gloria Ducati, lo Sportsland di Sugo. Qui Carl Fogarty nel 1998 vinse la gara decisiva per conquistare il suo terzo titolo mondiale Superbike, il settimo per Ducati, in un avvincente finale di stagione contro Aaron Slight. Del resto, fra il 1990 e il 1998 le rosse bicilindriche hanno dominato anche con Raymond Roche e Doug Polen.

Il viaggio di Jessica è stato pieno di forti emozioni, come lei stessa ha raccontato in diretta. Nell’isola di Kinki ha visto le celebri “Meotoiwa”, ovvero le “rocce moglie e marito”, simbolo dell’amore. Suggestivo il contrasto della modernissima Osaka con le foreste e le spiagge bianche incontrate nel suo percorso e con il tradizionale castello nel centrale distretto cittadino di Chūō-ku – “Un bell’esempio di come l’antico possa vivere nel moderno”, ha raccontato la Globetrotter. Una volta rientrata a Tokio, “Jess” ha attraversato il Pacifico arrivando a San Francisco per incontrare il 5 ottobre il brasiliano Eduardo e consegnargli moto e testimone.

Ora è il momento di Eduardo, 28 anni guida turistica e istruttore di guida. Viene da Itu, nello Stato di San Paolo e la passione per le due ruote gli è stata trasmessa dal padre. Percorrerà le strade degli Stati Uniti occidentali, dalla California all’Indiana nel Midwest. Visiterà circuiti leggendari come Laguna Seca e percorsi avventurosi come Pikes Peak nelle montagne del Colorado, la celebre “corsa verso le nuvole” che Ducati ha vinto per tre volte consecutive dal 2011 al 2013.

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Si è appena conclusa la seconda delle sette tappe previste di Ducati Globetrotter 90°: il viaggio intorno al mondo in sella alla Multistrada 1200 Enduro nei luoghi e sulle strade simbolo dei primi novant’anni di storia Ducati. Dopo il via, il 4 luglio scorso da Bologna, la fiaccola Globetrotter è arrivata a Vladivostok (Russia) col pilota francese Laurent Cochet ed è stata consegnata a Jessica Leyne, la  temeraria Globetrotter  unica donna arrivata tra i sette finalisti scelti per questo giro del mondo.
Partito da Mosca il 24 agosto scorso, “Lolo” Cochet ha percorso 9.100 km in 22 giorni. Laurent ha attraversato la Russia viaggiando anche per 1.000 km consecutivi senza una sosta. Deviando dalla Transiberiana, “Lolo” ha poi scelto di valicare i monti Altaï, le cime solitarie dove Russia, Mongolia e Cina si incontrano. Alla frontiera con la Mongolia, ha guidato sulla famosa autostrada M52, che in 1000 km conduce alle regioni più selvagge e suggestive dell’Asia centrale. Poi sul lago Baikal, uno dei più grandi e profondi del mondo e una delle “sette meraviglie della Russia”. In un paesaggio che, parole di Laurent, “mescola panorami tipici della Mongolia, le Alpi e la Duna di Pilat in Francia”. A Ulan Ude, Clochet ha assistito ad alcuni momenti del Mongol Rally, gara non competitiva a scopo di beneficenza. L’avventura del pilota francese si è conclusa a Vladivostok il 14 settembre.
In Giappone a Tokyo è appena iniziata la tappa di Jessica Leyne, l’unica donna di Globetrotter 90°. Jessica viaggerà per 2.659 km sulle strade nipponiche, raccontando la sua avventura grazie alla fiaccola Globetrotter: l’ormai “celebre” testimone, creato dal Ducati Design Center e dotato di telecamera per condividere il diario di viaggio su globetrotter90.ducati.com
Jessica, originaria di Leke Fiandre Occidentale, dice sorridendo: “Nelle mie vene scorre più olio e carburante che sangue!”. È arrivata fino in Norvegia e Romania, Slovacchia e Italia senza ostacoli che la fermassero – “In moto ho avuto molti giorni impegnativi, ma mai una brutta giornata! – esclama – Con i miei 162 cm di altezza controllo anche le grosse cilindrate, per me è come andare in bicicletta”.
Il suo viaggio la porterà nell’isola di Kyushu per visitare il museo di Hiroaki Iwashita a Yufu,  dove si trova l’unico prototipo ancora esistente al mondo della Ducati Apollo: con i suoi 1257 cc, l’Apollo è stata la prima maxi-moto di Borgo Panigale creata nel 1968 da Fabio Taglioni. E soprattutto, la Ducati Apollo è stata la prima ad avere due cilindri a elle di 90°, da allora uno dei segni distintivi della Ducati.
Il 29 settembre, Jessica Leyne sarà al Twin Ring Motegi, il circuito dove nel 2007 Casey Stoner conquistò con Ducati il titolo mondiale MotoGP. Gara indimenticabile per la Casa di Borgo Panigale che oltre il titolo Mondiale con Stoner si aggiudicò il podio con Loris Capirossi in sella alla seconda Desmosedici. Dopo Motegi, Jessica arriverà a Sugo, dove nel circuito Sportsland nel 1998 Carl Fogarty vinse la gara decisiva per conquistare il suo terzo titolo mondiale Superbike, il settimo per Ducati.
L’avventura di Jessica si concluderà con la traversata dell’Oceano Pacifico e l’arrivo il 5 ottobre a San Francisco, per il terzo passaggio di moto e “fiaccola” al brasiliano Eduardo Generali, 28 anni. Sarà lui a sfidare per primo le strade degli States, guidando fino a Indianapolis per 3.900 km in 13 giorni.
Ducati ha selezionato più di 3000 candidati pronti per questo incredibile viaggio, ma solo in sette hanno vinto questa grande opportunità. I “magnifici sette” affronteranno in totale 30.000 chilometri da svolgere in solitaria in sella alla Multistrada 1200 Enduro portando la simbolica fiaccola Globetrotter nel luoghi sacri della storia dei primi 90 anni di Ducati.
Per seguire l’avventura di GLOBETROTTER 90°: sito ufficiale globetrotter90.ducati.com; pagina Facebook Ducati; Twitter e Instagram #globetrotter90

Ducati Globetrotter 90°, il viaggio intorno al mondo per sette motociclisti selezionati su oltre 3.000 domande di partecipazione, ha appena concluso la prima delle sette tappe previste.

30.000 chilometri, alla guida della Multistrada 1200 Enduro, per ripercorrere strade e luoghi dove sono state scritte le pagine più importanti dei primi novant’anni di storia Ducati. Dopo il via, il 4 luglio scorso dalla sede dell’Azienda a Bologna, il tour è arrivato a Mosca, dove il primo Globetrotter, l’indiano Vir Nakai, ha simbolicamente scambiato la fiaccola con il secondo, il francese Laurent Cochet, attualmente in viaggio lungo 9.100 km della leggendaria Transiberiana, alla volta di Vladivostok, traguardo di questa seconda e impegnativa tratta del viaggio.

 

Partito da Borgo Panigale il 4 luglio scorso, Vir Nakai ha coperto i 3.850 km della prima tappa fino a Mosca. 37enne di Mumbai, Vir gestisce un’officina di riparazioni moto ma è anche scrittore di viaggi e fotografo, con una passione per le moto e per i viaggi avventura in sella alla due ruote. Con l’originale “fiaccola” creata da Ducati, Vir ha raccontato con splendide immagini il suo viaggio tra l’Europa e Asia, sul sito ufficiale www.globetrotter90.ducati.com

 

Vir, il primo dei sette motociclisti selezionati che si alternano alla guida della Multistrada 1200 Enduro, ha attraversato l’Italia, passando dal Lago di Garda, per poi affrontare le Dolomiti, scalando i il passo dello Stelvio a 2.757 metri con i suoi 48 tornanti. Il Globetrotter ha guidato per più di 1.700 km e attraversato 3 Stati, fino a Hedemora, in Svezia, uno dei luoghi importanti nella storia Ducati. Infatti, a Hedemora nel 1956, il sistema desmodromico Ducati fece il suo debutto assoluto con le 125 Desmo Gran Prix: 6 moto mai provate prima e condotte dall’italiano Gianni Degli Antoni, dagli svedesi Bengt Svensson, Ake Ostbolm, Lennart Lindell, Olle Nygren e dal tedesco Willi Scheidaured. Degli Antoni vinse il gran premio, secondo fu Svensson e terzo Ostblom: un successo indimenticabile che vide ben 5 Ducati nei primi 10 posti.

A Hedemora, Vir ha visitato anche il Motorcycle Museum: appena due piccoli garage e una cantina, ma una collezione di moto dal 1908 al 1958, esemplari di altre epoche e una raccolta di cimeli e oggetti vari.

 

Dopo la Svezia il Globetrotter Ducati è giunto in Norvegia percorrendo l’Atlantic Ocean Road, anche detta Road to Nowhere, attraversando luoghi isolati e incontaminati. Poi, attraverso l’arcipelago di Eide compresa l’isola di Averøy, Vir si è diretto verso Mosca, dove ha incontrato l’importatore Ducati e il club locale.

 

Nella capitale russa il passaggio della torcia al prossimo Globetrotter: il francese Laurent Cochet, che guiderà la Multistrada 1200 Enduro percorrendo la Transiberiana da Mosca a Vladivostok.

 

“Lolo” Cochet 48 anni, è youtuber di professione e i suoi video, molto seguiti, hanno sempre come protagonista la moto e raccontano le avventure che affronta nei suoi viaggi. Una passione nata a 14 anni quando, a cavallo del suo primo ciclomotore tentò di cimentarsi nel motocross. Fra i suoi viaggi si può menzionare una Parigi – Capo Nord in pieno inverno e un tour fino a Dakar, Sharm el Sheik e Siberia. Durante questa esperienza Globettrotter 90° Laurent vorrebbe incontrare persone e conoscere culture diverse, condividere ogni nuova scoperta e le sue stesse emozioni in rete.

 

La Transiberiana è uno dei tragitti più lunghi e avventurosi del mondo. La famosa ferrovia, da cui prende il nome, è costeggiata da un percorso stradale, esattamente quello che percorrerà il secondo Globetrotter Ducati. Il viaggio prevede ben sette fusi orari differenti, valicando i Monti Urali e attraversando in totale solitudine la sterminata steppa orientale russa. Nella storia della Ducati, la Transiberiana è già stata affrontata da piloti come Edi Orioli (che vinse nel 1990 la Parigi-Dakar in sella alla Cagiva Elefant motorizzata Ducati), impresa “replicata” poi da Paolo Pirozzi, nel 2008 in sella alla Multistrada 620 e nel 2010 alla guida della Multistrada 1200.

 

Laurent è partito il 24 agosto da Mosca e arriverà a Vladivostok dopo un viaggio di 23 giorni. In Giappone la terza Globetrotter, Jessica, è in trepida attesa della fiaccola per iniziare la sua grande avventura, attraversando l’Impero del Sol Levante. 

 

Per seguire l’avventura di GLOBETROTTER 90°:

 

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·    sulla pagina Facebook ufficiale della Ducati

·    su Twitter e Instagram #globetrotter90

Il successo del World Ducati Week 2016, con le 81.000 presenze e con la vastissima eco che ha generato in tutto il mondo, è stato un importante “regalo” di compleanno per Ducati. E solo poche ore dopo essere rientrata da Misano, la Community Ducatista è pronta a vivere un altro significativo momento per celebrare la storica ricorrenza, proprio il 4 luglio, giorno in cui novant’anni fa venne fondata l’Azienda (1926/2016).

Indossando una t-shirt rossa, dedicata ai novant’anni di Borgo Panigale, tutti i dipendenti della Ducati hanno festeggiato con il simbolico taglio di una torta, per poi salutare la partenza del primo tedoforo di Globetrotter 90°. Si tratta di un viaggio intorno al mondo per sette motociclisti, selezionati su oltre 3.000 domande di partecipazione e pronti ad alternarsi alla guida della Multistrada 1200 Enduro per percorrere i 30.000 chilometri di questo grande viaggio che ripercorrerà strade e luoghi dove sono state scritte le pagine più importanti dei primi novant’anni di storia Ducati.

Il primo globetrotter è l’indiano Vir Nakai, 37 anni, motociclista e viaggiatore di grande esperienza che ha ricevuto la torcia direttamente dall’AD Claudio Domenicali, per poi partire da via Cavalieri Ducati in direzione Mosca dove, il prossimo 29 luglio, passerà il testimone al secondo dei sette viaggiatori. La torcia vuole essere anche il simbolo della passione Ducati, pronta ad attraversare i cinque continenti e portare un positivo ed entusiasta messaggio. Oggetto pregiato disegnato dal Design Center Ducati e realizzato in titanio con la tecnologia dell’additive manufacturing , la torcia è composta da due gusci che racchiudono una forma ispirata al traliccio Ducati. Al suo interno c’è una fotocamera che raccoglierà le testimonianze e i ricordi del viaggio dei globetrotter. Quindi una torcia che vive il viaggio e lo riporterà a Borgo Panigale per metterlo a disposizione di tutti gli appassionati. 

A salutare la partenza del primo motociclista/tedoforo sono arrivati a Borgo Panigale ben 160 rappresentanti dei D.O.C – Desmo Owners Club, provenienti da 36 Nazioni. Ovviamente i D.O.C. si sono presentati in moto, arrivando direttamente da Misano Adriatico (RN) “reduci” dal grande raduno Ducatista WDW2016 che si è svolto dall’1 al 3 luglio.

La partenza di Globetrotter 90° rappresenta un momento fortemente simbolico per l’Azienda, perché in questo 4 luglio 2016 tutti i dipendenti di Borgo Panigale, i tantissimi D.O.C che sono la core Community della Ducati, e la partenza del globetrotter indiano hanno in sé la forza di identificare la storia, il presente e il futuro di questa Casa motociclistica, sempre più proiettata verso importanti traguardi.

Per seguire l’avventura di GLOBETROTTER 90°:

  • sul sito ufficiale globetrotter90.ducati.com
  • sulla pagina Facebook ufficiale della Ducati
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